Itinerario Centro Storico di Cento Itinerario di visita

(Si segnala che a causa dei lavori di restauro post-sisma ancora in corso o della collocazione di alcune opere all’interno di proprietà private non tutte le sedi indicate sono attualmente visitabili, mentre alcune sono accessibili solo previo accordo). 

Il percorso prende l’avvio dalla Rocca, la struttura difensiva sorta alla fine del Trecento, per volontà del vescovo di Bologna Bernardo di Bonnevalle, quale freno alle ambizioni autonomistiche dei Centesi. Fu ricostruita e ristrutturata nei secoli per adeguarla ai più moderni canoni dell’architettura militare e perché potesse reggere i ripetuti assalti di truppe nemiche: la Rocca, dunque, testimonia l’importanza che nel Medioevo aveva assunto il territorio del Centopievese, continuamente preso di mira dai potentati limitrofi.
Uno degli episodi più salienti della storia centese, l’assedio della Rocca da parte dei Visconti nel 1443 e la liberazione per il miracoloso intervento dell’Arcangelo Michele (a ricordo di questa vittoria fu istituita l’annuale corsa del palio), fu immortalato nel XVIII secolo in una lunetta affrescata sotto un portico di via Guercino, tuttora visibile.

La piazza antistante alla Rocca è il punto di partenza e di arrivo della via centrale della città, Corso Guercino, sulla quale si affacciano le emergenze architettoniche più importanti e significative di Cento. Si incontra sulla destra il Santuario della Beata Vergine della Rocca (attualmente chiuso): fu edificato nel 1609 e ricostruito a più riprese nel corso dell’Ottocento. Al suo interno è custodita la venerata immagine della Beata Vergine della Rocca, un affresco staccato risalente al 1460 o, secondo altre fonti, al 1597: dal naso della Madonna cola un filo di sangue che, secondo la tradizione, sarebbe dovuto a un atto sacrilego.

Superata la seicentesca Chiesa di San Filippo Neri, il cui altare maggiore fu realizzato da Ferdinando Bibiena, si raggiunge Il Teatro Comunale Giuseppe Borgatti (attualmente chiuso). Fu costruito fra il 1856 e il 1861 su progetto di Antonio Giordani e Fortunato Lodi. Il prospetto esterno è caratterizzato dalla vistosa decorazione a bande policrome arancioni e gialle e dall’eclettica ornamentazione in cotto, realizzata dalla ditta milanese “Andrea Boni e Compagni”, su cui spiccano cornici, candelabre, medaglioni con ritratti di personaggi illustri, busti di artisti, fregi figurati e bassorilievi. L’interno presenta la tipologia caratteristica del teatro all’italiana, con pianta a ferro di cavallo, tre ordini di palchi, il loggione e la platea. Di notevole interesse sono i due Musei: in quello dedicato a Giuseppe Borgatti (1871-1950) sono raccolti documenti, oggetti e testimonianze del prestigioso tenore centese, invece il Museo Arrigo Tassinari accoglie cimeli e onorificenze che illustrano la straordinaria carriera artistica del “caposcuola dei flautisti italiani”.

Di fronte al Teatro (civico 32) si staglia il fronte porticato di Palazzo Tavecchi-Rusconi, la cui costruzione risale al 1766. Entrando nell’androne è possibile ammirare il monumentale scalone d’onore, arricchito dalle statue raffiguranti le Muse, e l’illusionistico trompe l’oeil affrescato su un muro del cortile. Al piano nobile sono esposte le Collezioni d’arte della Cassa di Risparmio di Cento, che annoverano importanti opere del Guercino e della sua scuola.

La decorazione della facciata del Teatro Comunale Giuseppe Borgatti prosegue, indifferentemente, anche nel fianco, creando così uno scorcio dal forte impatto plastico e cromatico. Si imbocca proprio la strada a fianco del Teatro, via Campagnoli e si gira a destra su via Cremonino per visitare la chiesa di San Sebastiano e San Rocco, costruita fra 1521 e 1552 e completata con il portico di facciata intorno al 1630. L’interno subì importanti lavori negli anni Sessanta del ‘700 sotto la direzione dell’architetto Pietro Alberto Cavalieri. Di notevole interesse sono la pala d’altare di Orazio Lamberti “Crocifissione con la Madonna, san Giovanni Evangelista, San Rocco e san Sebastiano” (1579-80), la tela di Matteo Loves “Angelo custode” (1625-30) e gli affreschi con “Storie di San Sebastiano” che Nicolò Silvestri realizzò nell’oratorio nel 1603.

Uscendo dalla chiesa, dopo aver ammirato la trecentesca Porta Pieve, che si staglia in fondo a via Donati a segnare l’uscita dalla città in direzione di Pieve di Cento, si volta a sinistra e, superata l’antica dimora del Guercino (via Cremonino 13) si raggiunge la Chiesa di San Pietro (attualmente chiusa), risalente al 1321. Nonostante i lavori che nel corso dei secoli modificarono la struttura originaria, sono ancora visibili alcuni frammenti della decorazione ad affresco trecentesca, oltre a importanti tele di pittori della Bottega dei Carracci (Lucio Massari) e del Guercino (Matteo Loves e Benedetto Zallone) e a una preziosa scultura, la Madonna del presepe realizzata nel secondo Quattrocento da un allievo di Donatello, Bartolomeo Bellano.

Superato il prospetto classicheggiante dei bagni pubblici (Acqua Lavinia) progettato da A. Giordani nel 1866, si gira a sinistra in via Provenzali. A destra, attraverso un profondo androne, si entra nella piccola corte interna del Ghetto, istituito dai legati pontifici nel 1636 per isolare l’attivissima comunità ebraica, presente a Cento fin dall’inizio del Trecento. Nel cortile si affacciano alcuni graziosi balconcini del XVIII secolo. Gli arredi sacri e gli oggetti di culto appartenuti alla comunità israelitica centese sono oggi nella Sinagoga di Ferrara.

Usciti dal ghetto, si supera a sinistra palazzo Provenzali Benazzi (non visitabile), in cui visse il pittore e mosaicista Marcello Povenzali (1576-1639) e in cui è conservato un ciclo di affreschi del Guercino, e si raggiunge la piazza principale della città.

I portici contraddistinguono Piazza Guercino, cuore culturale e sociale di Cento, al centro della quale campeggia la statua dell’omonimo pittore, realizzata dallo scultore centese Stefano Galletti nel 1862. Racchiudono la piazza due importanti edifici porticati, il Palazzo Comunale e il Palazzo del Governatore.

Il Palazzo Comunale venne costruito nel 1612, ma il timpano e il fastigio che ornano la facciata, caratterizzata dal tipico portico e da una balconata, furono realizzati nel 1756. All’interno spicca, per le decorazioni pittoriche e scultoree, la Sala Consiliare, dove si impongono, eleganti e severi, gli scanni lignei dei consiglieri comunali e del sindaco.

La costruzione del Palazzo del Governatore fu commissionata dagli Estensi nel 1502, in occasione del matrimonio fra Alfonso I d’Este, erede del ducato ferrarese, e Lucrezia Borgia., figlia del papa Alessandro VI. La nobildonna portò in dote al marito il territorio del Centopievese, in precedenza sottoposto alla signoria del vescovo di Bologna, ma sempre ambito dai signori di Ferrara. L’attuale aspetto neo-medioevale del palazzo risale al radicale restauro del 1919.

Nell’angolo fra la piazza e via Provenzali, sulla facciata del palazzo, è collocato il Renometro, una colonna marmorea che misurava i livelli di piena raggiunti dal fiume Reno, in particolare durante l’inondazione del 1812.

All’interno del Palazzo ha sede la Galleria d’Arte Moderna Aroldo Bonzagni. Oltre a un consistente nucleo di dipinti del pittore centese Bonzagni, questo museo presenta un numero considerevole di opere dei maggiori artisti italiani contemporanei (Annigoni, Balla, Capogrossi, Carrà, Conti, De Pisis, Fontana, Guttuso, Morlotti, Reggiani, Russolo, Sironi, Wildt.).

Da piazza Guercino, percorrendo via Matteotti, si raggiunge la Basilica di San Biagio, la principale chiesa di Cento, la cui origine risale al 1045.

L’interno, a croce latina, con cupola ellittica all’incrocio fra transetto e navata maggiore, risale alla ricostruzione del centese Alfonso Toreggiani (1744). Vi si possono ammirare il grande coro ligneo di Fra Vincenzo Rossi (1743) e importanti tele, fra le quali “San Carlo Borromeo in preghiera” del Guercino (1613 o 1614, temporaneamente conservata nella Pinacoteca San Lorenzo).

Alla base del campanile, ricostruito a fine Settecento dall’architetto locale Pietro Alberto Cavalieri, una lapide ricorda le parole che Goethe spese per immortalare “la terra del Guercino” nel suo “Viaggio in Italia”.

Di fianco alla Collegiata di San Biagio sorge il settecentesco Palazzo del Monte di Pietà, sede della Pinacoteca Civica Il Guercino (attualmente chiusa per restauro), mentre di fronte spicca il Monumento ai Caduti, un imponente arco di sapore classico realizzato da Gian Francesco Costa nel 1931.

Proseguendo per via Matteotti, si incontra al numero 21 la chiesa di Santa Maria Maddalena, un vero e proprio gioiello seicentesco che custodisce due opere dei nipoti e allievi del Guercino, “Santa Teresa d’Avila e Sant’Apollonia” di Benedetto Gennari junior e “Il Padre Eterno” di Cesare Gennari (la pala “Santa Maria Maddalena nel deserto” è una copia, l’originale è custodita nella Pinacoteca Civica).

Usciti dal tempio si imbocca a sinistra: via Gennari: al civico 45 sorge la chiesa di Santa Maria Addolorata, detta dei Servi. Il semplice interno conserva importantissime opere d’arte: un brano d’affresco giovanile del Guercino raffigurante “Il sudario portato dagli angeli”, e le tele di Denijs Calvaert (1540-1619)  “L’Arcangelo Michele” e di Lorenzo Gennari (ma forse con interventi del Guercino) “San Francesco riceve le stigmate”.

Ritornando sui propri passi si incrocia via Ugo Bassi. Al numero 58 sorge Palazzo Scarselli Tassinari (chiuso per restauro). che spicca per la splendida struttura architettonica del Settecento, per le decorazioni plastiche e pittoriche degli interni e per lo scenografico scalone, arricchito da volte, coretti ed eleganti decorazioni.

Poco oltre, a destra, si apre il sagrato la Chiesa del Rosario (chiusa per restauro), dalla bella facciata porticata. Il tempio fu progettato dal Guercino per la confraternita del Rosario, di cui il pittore era priore. Qui si trovano l’altare di famiglia e numerose opere dell’artista ( la Crocifissione, San Francesco, San Giovanni Battista, il Padre Eterno, l’Assunta). Nel fastoso arredo interno è particolarmente notevole l’altare maggiore di Ferdinando Galli Bibiena (1727).

 

Proseguendo lungo la via, si volta a destra in viale Bonzagni fino a incontrare i giardini dedicati a un eroe del Risorgimento italiano, nato a Cento nel 1801, Ugo Bassi. La statua che celebra il grande predicatore barnabita fu realizzata da Enzo Pasqualini nel 1951.

Poco oltre si svolta a destra su Corso Guercino: Superata la casa natale del pittore Aroldo Bonzagni (numero 65), sulla destra si scorge portico trabeato in legno di Casa Pannini, una delle più antiche ed illustri dimore patrizie centesi, risalente alla prima metà del XV secolo, affrescata dal Guercino fra il 1615 e il 1617 (una parte di questi fregi è di proprietà del Comune di Cento, ma attualmente non sono esposti).

Proseguendo, al civico 49, si trova la casa natale dello storiografo e filosofo Giovanni Francesco Erri (1729-1783), oggi sede della Partecipanza Agraria, antichissima istituzione economica locale.

Il Palazzo affaccia sul sagrato della chiesa di San Lorenzo, costruita fra il 1765 e il 1773.

Essa è la sede della Pinacoteca San Lorenzo, che ospita le opere provenienti dagli edifici centesi chiusi per restauro (le chiese e la Pinacoteca Civica Il Guercino).

Con la visita ai capolavori del Guercino si conclude la visita al centro storico della città di Cento.